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Linkbuilding in una strategia di SEO e Social Media

SEO e Social Media sono i due aspetti fondamentali di una strategia volta a promuovere un sito web e a farne incrementare le visite, anche nel lungo periodo. Le due strategie (SEO e Social Media) devono essere portate avanti insieme, per non far perdere di efficacia né all’una né all’altra strategia. Ad esempio, puntare molto sul social media marketing, trascurando la seo, è un’occasione persa per far raggiungere al sito tutta la sua audience potenziale.

Lo stesso vale per la seo. Scrivere ad esempio articoli ottimizzati seo può essere una strategia vincente per far arrivare sul sito numerosi visitatori mediante i motori di ricerca. Scrivere articoli ottimizzati seo vuol dire anche scrivere articoli per i lettori, mettere a disposizione contenuti di qualità. Anche in questo caso, non implementare una giusta strategia di social media marketing fa perdere efficacia agli sforzi fatti in ambito seo, che rischiano in questo modo di non essere pienamente ripagati. Ecco quindi che una linkbuilding “social” può aiutare il tuo sito nei tuoi obiettivi di posizionamento seo.

Linkbuilding e social media

La linkbuilding è forse una delle attività meno amate dai webmaster, ma allo stesso tempo più utili per un buon posizionamento seo. La linkbuilding comprende infatti diverse attività tristemente note per  la loro relativa ripetitività, come l’inclusione del sito nelle directory, ma anche attività più interessanti, come la pubblicazione di articoli in siti di article marketing, lo scambio link con siti di qualità, ecc. Tenendo presente che anche i diversi motori di ricerca stanno diventando sempre più social (da Google a Bing), presentando risultati aggregati dai vari media sociali, vediamo come anche il linkbuilding può diventare una attività che esce dalle solite attività di routine.

Guest blogging

Sto parlando di guest blogging vero e proprio non di siti di article marketing: hai mai pensato di pubblicare un post in un blog o in un sito che tratta argomenti simili ai tuoi? In questo momento è forse una delle strategie più efficaci di posizionamento seo, visto che Google ha deciso di dare battaglia alle content farm, per cui se già i link da siti di articoli e comunicati stampa avevano un peso relativamente basso per il posizionamento, in prospettiva lo avranno sempre meno (soprattutto se la pubblicazione degli articoli non è controllata). Un buon articolo con un paio di back link, pubblicato in un blog affine al tuo ha un valore senz’altro più elevato, e se il contenuto è di qualità aumenterà la reputazione del tuo sito, oltre che le probabilità che il post sia condiviso sui social media.



Commenti su blog e forum

Commentare sui blog e i forum è una attività che richiede tempo, soprattutto per crearsi una buona reputazione all’interno di un forum o di blog che raccolgono ampie e attive comunità. Per far sì che i link pubblicati all’interno di un forum siano accettati dagli altri utenti e non interpretati come spam e semplice autopromozione occorre guadagnarsi la fiducia degli altri utenti e pubblicare un link che sia on topic. Una volta conquistata la fiducia della community, se il forum o il blog offrono link dofollow si persegue anche un fine di posizionamento seo.

Linkbuilding su Squidoo e Social Media

Seguendo gli obiettivi di social media optimization e posizionamento seo, ti puoi creare una Squidoo lens. Squidoo non è ancora conosciutissimo in Italia, ma è molto apprezzato dai seo. Crearsi una Squidoo lens non solo ti garantisce una maggiore visibilità sul web in virtù della sua indicizzazione, ma ti regala anche un bel po’ di link dofollow. Restando in ambito social media, aggiungo che anche i link nofollow dei social cominciano ad avere un peso sul ranking e il posizionamento nelle serp.

In definitiva, se produci contenuti ottimizzati seo, questi potranno essere più facilmente trovati sui motori, ma se sono anche di qualità genereranno in maniera naturale link da altri siti, blog e media sociali. Ed anche il tuo page rank potrà avvantaggiarsi della tua strategia di linkbuilding basata sui contenuti.

Sociologia di Twitter

Quanti sono gli utenti di Twitter? Da chi viene utilizzato? E per quali scopi? Qual è lo stato degli altri social media (Facebook, Myspace, LinkedIn, ecc.)?

Se ti sei posto tutte queste domande, troverai probabilmente risposta nel migliore lavoro in italiano disponibile in rete sull'argomento, ossia le slide prodotte da Davide Bennato, noto sociologo, ricercatore studioso dei social media, blogger.



Interessante come emerga il profilo degli utenti di Twitter e soprattutto l'uso che ne viene fatto: come strumento di condivisione informazioni e link, di ricerca di informazioni, ma anche di presenza sociale. Twitter insomma sarebbe un luogo in cui circolano le notizie, anche in maniera virale, ma che non funziona come un social network.

E infine, ho trovato interessanti un paio di dati su Twitter:

  • la sua crescita sembra rallentare (ma si tratta di dati del 2009);
  • una piccola percentuale di utenti (5%) è responsabile del 75% dei tweet.

Insomma, anche se  Twitter cresce come numero di utenti (iscritti), sembra che molti abbandonino lo strumento o comunque ne facciano un uso saltuario.

Per saperne di più: le statistiche segrete di Twitter

Il Social Media Marketing per le PMI


Partiamo da 3 domande e proviamo a rispondere a queste:

  • Qual è lo scenario in Italia relativamente all'utilizzo dei Social Media da parte delle PMI? 
  • Qual è il ROI, cioè il ritorno sull'investimento effettuato, che possono garantire i Social media? 
  • In che modo e con quali obiettivi devono essere usati i Social Media dalla PMI?

Rispondendo alla prima domanda, partiamo da qualche numero che ci consenta di entrare nel merito del mercato della rete in Italia.

  • 23,6 milioni sono gli utenti internet
  • 2,4 milioni sono lettori assidui di blog
  • 1,2 milioni di italiani hanno un blog

Una ricerca risalente a febbraio 2010 sostiene che ciascun italiano passi in media oltre 6 ore al mese sui social network. Questa indagine insieme all'esplosiva notizia del mese scorso che ha visto Facebook superare Google come numero di accessi settimanali (era già successo per i giornalieri) ci fa capire che l'attività degli utenti in rete sta cambiando. Alle tradizionali ricerche, di informazioni, musica, ecc. che comunque rimarranno un caposaldo dell'attività su Internet si sta infatti affiancando la socializzazione per mezzo della rete, la condivisione di esperienze ed informazioni e la ricerca di consigli in un'ottica pear to pear.

In questo panorama l'azienda che vuole affacciarsi alla rete deve avere ben chiare le regole esistenti, scritte ma soprattutto non scritte, per non compromettere ma rafforzare il proprio marchio. E' proprio quello di creare Brand Reputation uno degli obiettivi principali che ci si deve prefiggere nell'approccio al social media marketing.

Tornando alla socializzazione, Facebook, per esempio, annovera oltre 1.500.0000 iscritti solo in Italia. Da da settembre 2008 a febbraio 2009 possiamo considerare che la presenza sul Social network fosse limitata soprattutto ai cosiddetti fast mover del web, comunque quasi tutti compresi tra i 19 ed i 35 anni. Nell'ultimo anno soprattutto si sta registrando una forte crescita di over 35, fenomeno che consacra sempre di più il Social Network come punto di riferimento necessario per ogni politica di social media marketing.

Veniamo alla seconda domanda che ci eravamo posti in avvio. La ROI del Social Media Marketing, cioè il ritorno sull'investimento effettuato, è quantificabile, garantita e prevedibile? E se sì, giustifica il nostro investimento? Ed in che termini? Questo è un aspetto importante e che ancora divide gli esperti, sebbene tutti si trovino d'accordo nel sostenere che non è più possibile essere fuori dal web, e di conseguenza dalla gestione della comunicazione anche su questo media.

Pensiamo ai due emblematici casi di Mosaico Arredamenti e di John Ashfield che hanno snobbato il web e non ne hanno rispettato le regole pagandola cara in termini di Brand Reputation a causa proprio dei blog della rete. Per conoscere i casi e verificare la situazione si veda questo blog.

Per avere un punto di riferimento, che come sempre saranno gli States, riportiamo una ricerca dell'Università del Maryland pubblicata su http://growsmartbusiness.com.
Il 75% delle aziende USA hanno il loro profilo sui Social Network così da riuscire ad ottenere un identikit del 61% dei loro clienti. Il 57% usa Linkedin per fare business, realizzare partnership ed ampliare il proprio expertising. Il 47% si aspetta risultati da questa campagna di social media marketing.

A breve sarà pubblicata la seconda parte del post

Scritto da Leonardo Ricci